Per "malocchio" s'intende "la capacità di procurare, volontariamente o involontariamente, danni di varia entità a cose o persone attraverso una sorta di energia negativa, energia che viene gettata attraverso lo sguardo".
Nell'era moderna ci è difficile credere che il termine "malocchio" sia ancora in uso per indicare qualcosa di tangibile e non qualcosa di superato, eppure è così. Un'altissima percentuale di italiani è fortemente legata a tale credenza, anche se gli approcci sono diversi. I napoletani, soprattutto, non si fanno trovare impreparati quando la "iettatura", parola da loro introdotta nell'uso comune, bussa alla loro porta. Molti di loro, infatti, dal professionista al tassista, dalla casalinga all'impiegato, non escono mai da casa senza prima essersi accertati di avere addosso un qualche oggetto portafortuna. Corni rossi, gobbi, occhi, e chi più ne ha più ne metta, sono degli amuleti "sacri" che mettono al sicuro da eventuali influssi malefici.
Ma andiamo per gradi. Com'è nata questa tradizione?
"Alle origini del Malocchio sta una nozione estremamente remota della singolare importanza sia sacra sia magica dell'occhio, supposta nell'ambito delle culture preistoriche e di quelle più arcaiche dei primitivi e dell'antichità", ci spiega Pietro Fedele, fondatore del "Grande dizionario enciclopedico UTET". Già nell'Antico Testamento si menziona tale pratica, presente anche nella cultura romana, dove il malocchio, chiamato "fascinum", era molto diffuso. Nel Medioevo, poi, tale convinzione raggiunse picchi incredibili e la Chiesa dovette affrontare questa problematica inconcepibile per il suo credo.
In passato, il malocchio ha ispirato non pochi autori che hanno fatto dell'argomento l'elemento portante di diverse loro opere. A tal proposito sono da ricordare "La patente" di Luigi Pirandello e "Jettatura" di Téophile Gautier. Così come nel resto d'Italia, anche nel Salento tale superstizione è molto diffusa. Infatti, esistono vari rimedi per liberarsi dalle energie negative sprigionate dal potere dell'occhio. Fino a un secolo fa, il paese che per antonomasia deteneva la capacità di combattere tali influssi era Soleto, i cui abitanti vengono ancora oggi chiamati "macari", cioè stregoni, fattucchieri. Da tutto il territorio di Terra d'Otranto la gente si recava in questa località per usufruire dei servigi offerti da questi maghi, veri o presunti.
Differentissimi sono i rimedi utilizzati per neutralizzare il malocchio. Tra questi l'uso delle corna e di altri gesti apotropaici, la formulazione di particolari espressioni come "occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio", l'utilizzo di talismani scaccia iella. Tuttavia, esistono anche dei veri e propri rituali che vengono eseguiti da coloro che, a loro dire, detengono un potere speciale che servirebbe a debellare le fatture. Solitamente, secondo i costumi arcaici, tale potere è detenuto dalle donne, persone a primo avviso normalissime, che nel silenzio delle loro case praticano i riti più disparati. Molte non accettano denaro in cambio delle loro prestazioni, ma generi alimentari.
Il cerimoniale più utilizzato è quello della "prova dell'olio". Si riempie una ciotola di acqua e si pone sul capo dello "iettato". Vi si aggiunge un goccio d'olio e, dopo aver recitato una formula e fatto il segno della croce sulla fronte del malcapitato, si mescolano i due liquidi e si aspetta. Se la goccia d'olio nell'acqua si allarga o si divide, il malocchio c'è, se rimane compatta, non c'è. La preghiera recitata da queste donne è un mistero. Si tramanda da madre in figlia, da nonna a nipote e si può imparare a memoria solo durante la notte di Natale o di Pasqua. Non può essere scritta o rivelata a terzi. E' interessante notare come il sacro si mescoli al profano e come elementi pagani siano sopravvissuti all'incalzare del tempo.
Esistono altri riti che hanno la stessa finalità. A Roma, per esempio, si bollono in acqua di pozzo dodici rane vive. Dopodiché, si passa l'acqua al setaccio e, dopo averla fatta raffreddare, bisogna servirsene per sciacquarsi gli occhi. Tra gli altri rimedi anti-iettatura: evitare i gatti neri e il numero diciassette, porre una scopa o una falce fuori casa, munirsi di code di volpi, di ferri di cavallo, di quadrifogli e di medagliette col numero tredici, ecc.
Come considerare il malocchio? Come qualcosa di reale o il frutto della suggestione collettiva? Molti speculano sulle disavventure della gente facendo promesse che non potranno mai mantenere. E' certo che nel mondo esiste il Bene ma esiste anche il Male, il quale può manifestarsi tramite le forme più disparate. Può palesarsi attraverso riti satanici o raptus omicidi, può mostrarsi nei disastri prodotti da una guerra o in cerimonie vudù, può rivelarsi nello sguardo cattivo lanciato da un uomo ad un suo simile o attraverso una lite furibonda tra due innamorati. Ma alla base di tutte le negatività c'è senz'altro la mancanza d'amore verso il prossimo e verso tutto ciò che ci circonda. Una negatività che, giorno dopo giorno, sta distruggendo il mondo in cui viviamo e noi con esso.