Vagabondando per le campagne del Salento, inebriati dal forte profumo del rosmarino e della salvia, potrebbe capitarvi di scorgere un buffo nanetto con le gote rosse che, sorridente, sgambetta qua e là. E' lo "scazzamurreddhu" salentino. Molti ricercatori meridionali si sono occupati di lui nei loro studi e ne hanno fornito un profilo dettagliato. Non si sa come abbiano avuto queste informazioni, ciò che è certo è che tale folletto, chiamato anche "moniceddhu", "laùru" o "carcaluru", fa parte della nostra tradizione da tempo immemore. C'è chi è pronto a giurare che sia un esserino simpatico e burlone, ma vi è anche chi, al contrario, lo reputa un omino malefico, dedito agli scherzi cattivi e alle diavolerie.
Esaminiamo ora la descrizione che ne fanno gli studiosi che si sono occupati di lui. "Piccin piccino, gobetto, con gambe un po' marcate in fuori, è peloso di tutta la persona, copregli il capo un piccolo cappelletto a larghe tese e indossa una corta tunica affibbiata alla cintola", sostiene il Castromediano. "Alto tre spanne, bruttino, fosco e peloso, è vestito di panno color tabacco, con cappellino in testa", scrive il De Simone in una delle sue opere. "Non più alto di 40 o 50 centimetri, ha occhietti neri penetranti, i capelli lunghi e ricciuti, un vestito di velluto nero. Il capo è ricoperto da un appuntito cappellino rosso", afferma lo Scozzi.
Non so quanto di vero ci sia in tali affermazioni, ma il filo conduttore che lega questi scrittori è la voglia di riscoprire una credenza che si è diffusa nei secoli grazie ai racconti delle nostre nonne. Lo "scazzamurreddhu" si diverte a burlare chiunque li capiti a tiro. Prima di tutto, individua la casa che diventerà il suo covo e poi, con mille scherzi, tormenta la famiglia che vi abita. Durante la notte, quando il sonno scende sugli uomini, il "laùru" salta fuori dal suo nascondiglio e, salito sul letto, preme il petto della vittima prescelta fino a toglierle il respiro. Si racconta, però, che se qualcuno riesce a liberarsi dalla stretta e ad acciuffare il burlone, sarà fortunato per la vita intera.
Il "carcaluru" è inoltre un gran frequentatore di stalle, nelle quali si prende cura dei cavalli e degli asini. Avendo una statura minuta, s'intrufola sotto il ventre degli animali, intreccia loro code e criniere e li pettina fino a rendere il loro pelo lucido. Può arrivare addirittura ad innamorarsi di una cavalla o di un'asina e, se ciò dovesse avvenire, si dedica a lei completamente, assistendola e accarezzandola per tutto il giorno. Non sempre, tuttavia, si dimostra così gentile. A volte, a seconda del suo umore, sottrae la biada agli animali e li infastidisce. Mette più crusca nella mangiatoia di un cavallo e meno in quella di un altro, cosicché un cavallo ingrassa mentre l'altro dimagrisce, causando lo sconcerto dell'allevatore che non riesce a spiegarsi tale fenomeno.
Ma sa anche essere generoso. La tradizione vuole che il "moniceddhu" non abbia le scarpe. Per tale motivo egli spasima per averne un paio. A chi gliene regala, rivela il luogo dove è nascosto un tesoro o lo ripaga in denaro. Se si depongono dei piccoli sassi nelle pantofole vicino al letto il folletto, durante la notte, prenderà le pietre e lascerà al loro posto dell'oro. Mica male, però…se fosse vero! Lo "scazzamurreddu" è considerato altresì il protettore delle giovani donne che vengono maltrattate dalle matrigne o dalle padrone nelle case delle quali prestano servizio. Le aiuta facendo, quando non è visto, tutte le faccende domestiche al loro posto e, se assiste ad un maltrattamento, si vendica gettando dei sassi sulle vetrate dell'abitazione, rovesciando le pentole o gettando per terra il bucato pulito steso al sole ad asciugare. Rompe piatti e bicchieri, sposta gli oggetti e sveglia tutti di soprassalto nel cuore della notte.
Se vi capiterà di incontrare uno di questi nanetti, alla sua domanda "Vuoi soldi o cocci?", rispondete "cocci". Infatti, se chiederete soldi, vi porterà i cocci, e denari se avrete domandato cocci.
Per riassumere tutta la sua più profonda essenza, riporto testualmente ciò che Sigismondo Castromediano scrisse riguardo al "carcaluru: "E' uno di quei folletti tra il bizzarro e l'impertinente, tra lo stizzoso e lo scherzevole, cattivo con chi lo ostacola o sveli le sue furberie, benefico con chi usa tolleranza". Semmai la vostra strada dovesse incrociarsi con quella di uno "scazzamurreddhu" salentino, dimostratevi gentili con lui, ma non troppo. Potreste non scrollarvelo più di dosso. Se, viceversa, sarete diffidenti e poco carini, potrebbe segnare il vostro nome sulla sua "lista nera", tormentandovi sino alla fine dei vostri giorni.
Non so dirvi se questi buffi personaggi popolino veramente il nostro territorio o se siano solo figli della nostra fantasia ma, in ogni caso, non ha mai fatto male a nessuno viaggiare con l'immaginazione al fine di crearsi un mondo un po' diverso, più colorato e meno convenzionale. Abbandonatevi all'idea che essi esistano realmente, e loro esisteranno. Convincetevi di vederli davanti a voi tra i papaveri rossi in un verde prato, e loro ci saranno. Addormentatevi nella consapevolezza che verranno a farvi visita, e loro saliranno sul vostro letto al calar del buio. Liberate i freni, e i vostri sogni non saranno più delle utopie…