Torre Alfonsina e mura antiche
Rappresenta l'ingresso alla cittadella di epoca medievale e probabilmente anche messapica.
Scheda di dettaglio
Si tratta della porta principale della città aragonese, che, collocata in posizione contrapposta al Castello, recuperava probabilmente l'ingresso alla cittadella di epoca medievale e forse anche messapica, come si evince da alcuni resti, inglobati all'interno della galleria, nella zona centrale.
Nella prima configurazione, alla fine del '400, risultava composta da due mezze torri affiancate, con la porta al centro ed un percorso per raggiungerla, scoperto superiormente.
Anteriormente era protetta da un rivellino triangolare e da un fossato superabile attraverso un ponte levatoio.
Le due mezze Rondelle hanno caratteristiche simili a quelle angolari del circuito fortificato, come la Duchesca, con una prima parte a parete verticale, oggi nascosta dal riempimento del vecchio fossato (il toro marcapiano infatti è posto al livello del pavimento della piazza), una seconda a scarpa, separata con un toro da una terza porzione a parete verticale, dalla quale sporge il coronamento superiore sorretto da beccatelli e archetti ciechi.
Anche porta Alfonsina, come le altre Rondelle, nella sua configurazione iniziale, di fine '400, si presentava con la parte superiore più bassa e definita da merli con feritoie per gli archi e balestre.
Tutto ciò è ancora percepibile osservando le finestrelle esistenti, originariamente vuoti tra due merli consecutivi.
Agli inizi del '500, quando si operò la sua sopraelevazione fu coperto lo spazio anteriore tra le due torri con una volta a botte, chiusa in facciata da un arco a tre centri.
Alcune archibugiere a foro tondo denunciano la presenza di ambienti interni un tempo indispensabili per la difesa radente, oggi accessibili solo in una delle due torri.
Sulla facciata principale è presente l'epigrafe "ALFONSINA" che ne attesta la dedica ad Alfonso I , padre di re Ferrante, o al figlio Alfonso II.
Sull'altro lato dell'ingresso è presente una seconda epigrafe che recita SIT VIRGO MATER FORTITUDO MEA (Sia la Vergine Madre la mia fortezza).
Osservando il monumento sembra evidente che alcuni disegni del Codice Magliabechiano del Maestro senese Francesco di Giorgio Martini (1439-1502) siano stati alla base del progetto otrantino. Il Bacile di Castiglione dà notizia dell'esistenza di una iscrizione, posta sull'arco della porta, riportante:
" FERDINANDUS REX DIVI ALPHONSI FILIUS DIVI FERDINANDI NEPOS ARAGONIUS PORTAS MUROS AC TURRES POST RECEPTUM A TURCIS OPPIDUM SUO REG. STIPENDIO E FUNDAMENTIS FACINDUM CURAVIT
TRADUZIONE:
Re Ferdinando d'Aragona, figlio del divino Alfonso, nipote del divino Ferdinando, dopo aver riconquistato la città dai Turchi, curò la costruzione dalle fondamenta di porte, mura, e torri, con il suo regio stipendio.